Dopo il clamore mediatico e la ferma condanna di Nicola Fratoianni, che ne ha pubblicamente parlato domenica nella relazione alla seconda giornata del Congresso di Sinistra Italiana, Massimo Ciacchini, capogruppo consiliare della Lega a Collesalvetti (Li), ha ieri ritirato l’interpellanza urgente in cui chiedeva al sindaco un monitoraggio delle coppie dello stesso sesso unite civilmente.
Hanno comunque fatto sentire successivamente insieme la loro voce la senatrice Monica Cirinnà, responsabile del Dipartimento Diritti civili del Pd, e Alessandra Nardini, assessora regionale della Toscana all’Istruzione e responsabile del Dipartimento Disuguaglianze e Povertà dello stesso partito.
«Non è accettabile – così Cirinnà – che, a quasi cinque anni dall’approvazione della legge sulle unioni civili, ci siano ancora forze politiche che promuovano iniziative come quella del consigliere comunale di Collesalvetti. È vergognoso anche solo far balenare l’ombra di una schedatura delle unioni omosessuali, proposta per ragioni ideologiche. L’introduzione delle unioni civili è stata una conquista di civiltà, il primo e fondamentale passo verso la piena uguaglianza delle persone Lgbt+ e delle loro famiglie. Stia sicuro che ci troverà sempre pronti a difendere la Costituzione e a lottare per l’uguaglianza e i diritti di tutte e tutti».
La madrina della legge sulle unioni civili ha poi reso noto che sarà, sabato mattina, a Collesalvetti per partecipare al «flashmob organizzato dalle associazioni del territorio: un segnale di presenza forte, per dire basta a queste volgari strumentalizzazioni».
Secondo Nardini, invece, «l’idea della schedatura delle unioni civili tra cittadine e cittadini omosessuali, regolate da una legge dello Stato, fa venire i brividi e richiama oscure e drammatiche vicende del passato, che nel passato devono restare. In Italia e in Toscana non c’è spazio per l’omofobia, né per la propaganda discriminatoria».
A firma sempre Cirinnà e Nardini il Partito Democratico ha poi pubblicato sulla propria pagina Fb un comunicato congiunto non scevro di enfasi. «Loro preferiscono schedare, appunto. Magari – si legge – per appendere un bel triangolo rosa sulle abitazioni. Non potevamo credere che potessero arrivare a tanto, cioè a proporre esplicitamente di schedare una minoranza come ai tempi del fascismo e del nazismo. Ma la Lega, ormai, non conosce alcun limite alla vergogna».
Al riguardo il deputato dem Emanuele Fiano, figlio dello scrittore Nedo, ex deportato ad Auschwitz, recentemente scomparso, ha osservato oggi su Fb: «Buongiorno. Non condivido la chiusura di Mario Tullio, perché non ci riporteranno mai lì, perché troverebbero perlomeno me e Mario in mezzo alla strada… Ma succedono cose in questo paese che fanno veramente rabbrividire, e comunque buona giornata».