Con 28 voti a favore, 14 contrari e nessuna astensione il Senato cileno ha ieri approvato il progetto di legge sulla legalizzazione del matrimonio egualitario. Dopo quattro anni dalla prima proposta legislativa, presentata nel 2017 durante il secondo mandato di Michelle Bachelet (dal 1° settembre 2018 Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani), la Camera alta del Paese sudamericano ha assecondato la volontà del controverso presidente di centrodestra Sebastián Piñera, che il 1° giugno scorso aveva sottolineato il carattere d’urgenza di un tale provvedimento.
Adesso il pdl dovrà passare il vaglio del secondo ramo del Parlamento, dove non si prevedono particolari ostacoli. Il Movhil, una delle più importanti associazioni Lgbt+ cilene, spera che la legge possa essere firmata dal presidente entro la fine dell’anno. D’altra parte, come rivelato da numerosi sondaggi, la maggioranza della popolazione cilena è favorevole al matrimonio egualitario.
Nel commentare il risultato di ieri il Movhil ha lanciato tweet e pubblicato post col seguente messaggio: «Trionfano la giustizia e l’uguaglianza: il Senato, dopo quattro anni di procedura, approva e riconosce finalmente il matrimonio egualitario. La fine della discriminazione ai danni le coppie omosessuali e delle famiglie omogenitoriali è vicina. Un cammino migliore per le nuove generazioni».