Si è tenuto stamani in modalità online il corso di formazione giornalistica L’arcobaleno: dalla rivolta ai diritti, organizzato da Gaynet Italia in collaborazione con l’Ordine Giornalisti del Lazio e col sostegno dell’Ufficio antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri in memoria della giornalista e attivista Delia Vaccarello, scomparsa prematuramente il 27 settembre 2019.
Dopo i saluti di Laura Ambrosini e Franco Grillini si sono susseguite, su moderazione di Francesco Lepore, le relazioni di Rosario Coco, Paola Guazzo, Cristina Leo, Alessandro Paesano e Pasquale Quaranta.
Impossibilitata a partecipare, la giornalista Daniela Amenta, che è stata per anni collega di Delia, ha inviato un messaggio di cui è stato dato lettura all’inizio del corso: «Tenere vivo il ricordo di Delia Vaccarello attraverso un corso di formazione organizzato dall’Odg del Lazio, è motivo di orgoglio per noi giornaliste e giornalisti dell’Unità. Significa restituire valore all’impegno della cronista Delia, che aveva scelto di raccontare il mondo dei diritti negati mettendoci sempre la faccia, partendo dalla sua esperienza, dal suo vissuto. Una tostissima combattente contro le discriminazioni e l’omofobia. Come, quando in prima pagina alla fine degli anni ’80, lanciò una battaglia perché anche la sua compagna potesse usufruire dei servizi sanitari della Casagit, una rivoluzione per l’epoca, una sfida sintetizzata in 50 righe di passione, determinazione, coraggio. Delia era così. Sempre un passo in avanti, in piazza e in strada quando necessario, manifestante nei Pride, voce libera. Libera sempre. Liberi tutti era la sua rubrica sull’Unità, la sua casa, per raccontare il mondo Lgbti: le lotte, gli sviluppi, le marce, le ferite, i sogni, i desideri, i dolori. Un colloquio diretto con gay, trans, lesbiche, con le famiglie, con medici, analisti, intellettuali, sacerdoti».
Insomma, continua Amenta, «un posto fisico nonostante fosse uno spazio su un giornale dove raccogliere i timori “fluidi” dei più giovani e delle più giovani, le conquiste segnate sulla pelle, le discriminazioni come ferite e cicatrici, i misteri e la bellezza dell’eros. Temi che ha poi sviluppato nei suoi libri, temi che affrontava con una lucidità rara. Era brillante Delia Vaccarello, era una luce capace di sovvertire la noia dei dibattiti a loop. Sapeva trovare un punto di vista altro, sempre. Chissà come ce l’avrebbe raccontato lei questo mondo politico zoppicante, diviso e divisivo che affronta a colpi di emendamenti il ddl Zan, si arrocca su posizioni, invoca il voto segreto. Ci manca la sua intelligenza. Il suo sguardo. Ci manca Delia, amica, sorella, giornalista».