Oltre un migliaio di persone si sono riunite ieri pomeriggio in piazza Verdi a Palermo per manifestare solidarietà ai due ragazzi gay aggrediti in via Maqueda il 29 maggio e gridare la propria rabbia contro la violenza e la discriminazione sistemica, di cui sono vittime le persone Lgbt+. Presenti fra gli altri in piazza il cofondatore del Fuori! di Palermo Giuseppe Di Salvo, l’ex presidente di Arcigay nazionale Paolo Patanè, il responsabile diocesano della pastorale Lgbt+ don Ninni Zito.
Davanti al cancello del Teatro Massimo si sono susseguiti gli interventi di attiviste e attivisti, tra cui quelli di Daniela Tomasino, Mirko Pace, Luigi Carollo, Enrico Gullo, Anke Williger. Leggendo vari passaggi di uno specifico articolo comparso ieri su Gaynews, Massimo Milani ha ricordato il 40° anniversario dell’omicidio di Andrea Lucchese e l’happening di protesta che si tenne, il 10 giugno 1981, davanti al Politeama su organizzazione del compianto Nino Gennaro.
Sintesi e precisione nell’intervento del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha sottolineato: «Una piazza normale e sicura. L’aggressione è un’offesa al cammino di una città che vuole affermare i diritti. Mandiamo un messaggio di normalità che si fonda sul diritto alla libertà. Il primo atto di libertà è l’affermazione della propria identità, ecco perché siamo in piazza, per chiedere inoltre l’approvazione del ddl Zan. Che anzi è il minimo sindacale. È necessario fare di più. Noi sindaci faremo di tutto per riconoscere la genitorialità delle coppie omosessuali. Bisogna colmare questo vuoto legislativo».
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