Chiara presa di posizione di Differenza Donna a favore del ddl Zan attraverso Sabrina Frasca che ha dichiarato: «Noi siamo d’accordo che vengano allargati gli strumenti di tutela e protezione dalla discriminazione e dalla violenza ad altre categorie: ben venga che identità di genere e sesso siano inseriti all’interno di questa legge e con la parola sesso si includono anche le donne, la misoginia. E non possiamo che essere favorevoli perché lavorando nei centri antiviolenza sappiamo benissimo quanto essere donna di per sé sia motivo di violenza, di discriminazione e odio».
La rappresentante dell’associazione, nata a Roma nel 1989 con lo scopo di prevenire e combattere la violenza maschile nei confronti di donne e minori, ha quindi aggiunto: «Noi speriamo, auspichiamo che questa legge venga approvata e non vediamo cosa ci possa essere di negativo nell’allargare i diritti e le tutele a coloro che ancora non li hanno. Se non verrà ampliata e approvata significherebbe legittimare i reati di odio contro le diversità perché non si vuole riconoscere l’esistenza delle diversità. Mettere nero su bianco significa legittimare le identità diverse che fino ad oggi non sono riconosciute. Ora più che mai è necessario riconoscere la necessità di protezione che queste ‘soggettività’ devono avere. La realtà di tutti i giorni è quella che ragazzi vengono picchiati perché si tengono per mano per strada, oppure trans vengono aggredite solo perché trans: con questa legge le soggettività verrebbero riconosciute, legittimale e sarebbe una protezione, una tutela per loro».
Una diversa narrazione sul ddl Zan rispetto a quella dei media, che tende a identificare in una realtà minoritaria per quanto blasonata come Arcilesbica l’unica voce del mondo lesbico italiano, sarà invece oggetto della diretta organizzata per questa sera alle 21:00 da Da’ voce al rispetto.
Come ha rilevato Paola Guazzo, componente del comitato promotore della campagna nazionale dal basso per l’approvazione della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo, «la visibilità data a soggetti poco rappresentativi del lesbismo e a una determinata area del femminismo è soltanto uno dei cavalli di Troia con cui la Lega e le destre cercano di bloccare il ddl Zan e di svuotare di contenuti la medesima. Basti pensare al timore che con il ddl Zan si diffonderebbe la propaganda all’utero in affitto. È una delle fake news diffuse da una realtà minoritaria, che pretende velleitariamente di parlare a nome di tutte. I media cessino di essere colonizzati dalle destre e comincino a dare visibilità a lesbiche e femministe che sono numerose, presenti e coerenti, non a chi si accoda alle istanze antifemministe e omofobe del mondo neocattolico».
Anche per Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione Puglia, «quello di lesbiche e femministe contro il ddl Zan è un movimento marginale che tale deve essere considerato». Del tema la stessa ex parlamentare di Sel e Paola Guazzo discuteranno insieme con Rossana Praitano, già presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, nell’ambito della menzionata diretta dal titolo Le lesbiche prendono parola sul ddl Zan. L’incontro sarà aperto dai saluti di Tania Racco de I Sentinelli di Milano, che illustrerà la manifestazione prevista a Milano l’8 maggio.