Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha espresso nuovamente il suo dissenso sul disegno di legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo nel corso di un’intervista apparsa oggi su La Stampa.
«Il ddl Zan – così la deputata romana – non c’entra niente con la lotta alla discriminazione degli omosessuali: è una legge che punta a vietare di esprimere opinioni, ad esempio contro l’utero in affitto, e a portare la teoria gender nelle scuole anche elementari. E io non sono d’accordo senza essere omofoba».
Affermazione però rivelativa di una non conoscenza del testo di legge, il cui articolo 4, ribadendo il disposto dell’art. 21 della Costituzione sulla libera manifestazione di pensiero, recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».
Eppure, solo due giorni fa, un’esperta internazionale di statistica e voce autorevole del femminismo italiano come Linda Laura Sabbadini aveva scritto su La Repubblica: «Chiamo a riflettere tutti coloro che hanno votato contro questa legge. Non si sta così perseguendo la libertà di espressione, è proprio questa legge che tutela la libertà di essere sé stessi, senza essere perseguitati, minacciati e oggetto di crimini d’odio solo a causa di un diverso orientamento sessuale o identità sessuale. È difesa della dignità della persona».
Contattato da Gaynews, il deputato del Pd Alessandro Zan, che è stato relatore della legge alla Camera, ha dichiarato: «Giorgia Meloni continua la sua quotidiana opera di disinformazione. Non è accettabile che una rappresentate delle istituzioni e leader politica mistifichi il contenuto di una legge che dà diritti e tutele, senza toglierli a nessuno, con accuse che non hanno nulla a che vedere con il provvedimento. Pur di attaccare la legge, Meloni inventa di sana pianta parti che non esistono. Le rinnovo il mio invito: si legga il testo della legge».