La pandemia da Covid, con le sue enormi conseguenze sanitarie, sociali ed economiche, ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi. La sfida lanciata ha costretto tutti i sistemi sanitari a uno sforzo senza precedenti e a riorientare risorse, reparti e personale per affrontare l’emergenza, col rischio di trascurare altre patologie come quelle oncologiche o cardiache. Si è certamente parlato assai meno anche di un’altra infezione virale che, soprattutto negli anni ‘80 e ‘90, ha mietuto milioni di vittime e oggi, pur curata e controllata, non è stata ancora debellata. Parliamo ovviamente dell’Hiv/Aids, per il cui contrasto fu istituita il 1° Dicembre 1988 la Giornata mondiale.
Per fare il punto sulla situazione abbiamo sentito il dr Massimo Giuliani, psicologo clinico e ricercatore del Centro delle Infezioni sessualmente trasmesse e Hiv dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma. In questi giorni l’Istituto ha lanciato un nuovo portale, battezzato Pensa Rapido, interamente destinato all’informazione su Hiv e altre Ist e ricco di novità e servizi pensati anche per un pubblico giovane e nell’ottica della tele medicina.
Dott. Giuliani, negli anni l’Istituto San Gallicano ha sviluppato un rapporto speciale con la comunità Lgbti con servizi e progetti dedicati. Da cosa nasce quest’attenzione e quali sono le iniziative di profilassi e prevenzione delle Ist e Hiv da voi dedicate alla comunità attualmente in campo?
Il centro Mst/Hiv del San Gallicano ha sviluppato una particolare attenzione alla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili nella comunità Lgbti proprio da quando, all’avvento degli anni duemila, questa si è rivelata particolarmente esposta ad una riemergenza di queste infezioni per un abbassamento della guardia verso il rischio sessuale provocato dall’ottimismo per i successi di quegli anni contro l’Hiv e da una certa fatica preventiva intervenuta dopo molti anni di grande allerta. Questo provocò una rapida e rinnovata circolazione della sifilide, che da sola condusse a un drastico rialzo dell’incidenza dello stesso HIV, e alla ri-emergenza di altre infezioni, come il linfogranuloma venereo, le epatiti da virus A e C, la gonorrea e non ultima, l’infezione da Hpv. Per il nostro Istituto, non fu difficile comprendere la necessità di organizzare fin dal 2008, programmi di prevenzione IST mirati prioritariamente alla comunità Lgbti. Vennero così attivati programmi come il Progetto CO.RO.H, che da anni offre screening semestrali gratuiti per molte infezioni ai ragazzi gay e conta oggi oltre 1.200 iscritti, il progetto Sain e il progetto Ohmar, mirati alla prevenzione delle lesioni pre-cancerose rispettivamente dell’ano o dell’oro-faringe associate all’infezione da HPV, il progetto Pensa Rapido per la diagnosi rapida (30 min) della sifilide condotto in Point of care (POC) individuati nei luoghi di ritrovo e di cruising della comunità. Naturalmente lungo questi anni non abbiamo fatto tutto da soli e la collaborazione con le ong legate alla comunità, soprattutto col Circolo Mario Mieli, ci ha consentito di mirare meglio le nostre idee di prevenzione e di essere più efficaci negli screening adattandoci maggiormente ai valori e alle necessità della comunità.
Proprio da quest’esperienza nasce il nuovo portale completamente dedicato alla prevenzione e corretta informazione sulle Ist e Hiv, Pensa Rapido, il cui nome è ispirato al progetto sui test rapidi che ricordava. Perché è nato questo portale e quale obiettivi si prefigge? A chi si rivolge in particolare e quali servizi sono e saranno disponibili?
Il portale Pensa Rapido è nato per rispondere ad una sempre maggiore esigenza di contatto diretto con la comunità e approfittando di una evoluzione dell’ospedale sempre più verso strumenti multimediali e di teleconsulto. È partito come portale di informazione scientifica sulle Ist e sulle iniziative di prevenzione del Centro Mst/Hiv del San Gallicano rivolte soprattutto ai giovani. Ma sta rapidamente evolvendo verso la creazione di una interfaccia sempre più ricca con la nostra utenza, che consentirà a breve, tramite l’iscrizione in un area riservata, di prenotare appuntamenti col nostro centro, di scaricare referti e materiali divulgativi, di effettuare televisite con gli specialisti, di partecipare a sondaggi e a studi a distanza tramite questionari on-line. Un luogo virtuale di incontro tra ospedale e utenti che ci auguriamo aprirà nuovi orizzonti di promozione del sapere scientifico sulle infezioni sessuali e rappresenterà una nuova frontiera per la prevenzione in questa area. Per questo invitiamo tutti ad iscriversi, per restare sempre informati e aggiornati e per poter accedere ai tanti servizi già disponibili e a quelli che lo saranno presto.
Ricorre oggi la Giornata mondiale contro l’Aids in un momento in cui da mesi ormai l’attenzione dei media e della società civile è catalizzata dall’emergenza Covid. Possiamo fare brevemente il punto sulla situazione?
La pandemia da ha scosso violentemente la coscienza del moderno Homo Sapiens come non era mai accaduto da dopo la pandemia di influenza spagnola alla fine del primo ventennio del 1900. Eravamo impreparati a pensare che una malattia infettiva potesse coinvolgere in maniera cosi vasta e invasiva la vita quotidiana di miliardi di persone rendendo inutili drasticamente tutti gli sforzi che stavamo facendo per diminuire ancora di più la distanza tra i popoli e le persone, valorizzando concetti come il contatto fisico, l’empatia, la solidarietà, cosi pure la fiducia nell’altro e nella vita associativa. Forse ora dovremmo ricominciare daccapo a ripensare a tutto questo. La pandemia ha anche influito sulla comunicazione sessuale degli umani. Non sappiamo ancora in quale direzione e misura questo sia avvenuto. Alcuni studi preliminari ci dicono che c’è stata una riduzione globale dei contatti sessuali tra le persone di ogni età e orientamento sessuale, ma non sappiamo se questo si sia, per esempio, tradotto in un’effettiva riduzione del rischio o delle infezioni più diffuse, come Hiv o Hpv.