Il comitato Insieme senza Muri è una rete che si occupa di sostenere e promuovere iniziative d’interesse sociale al fine di creare nella società una cultura dell’accoglienza e della convivenza rispettosa della pluralità e delle diversità culturali ed etniche delle persone che vivono in Italia.
Quest’anno, dal 20 maggio al 23 giugno, con l’appello Per una città libera e accogliente ha organizzato a Milano, in collaborazione con l’assessorato comunale alle Politiche sociali, un intero mese di incontri, feste, dibattiti, occasioni di incontro e approfondimento sul tema dell’accoglienza, dell’inclusione, della convivenza, della cittadinanza.
Mese che, domani, sarà caratterizzato dall’incontro Le leadership carismatiche hanno desertificato la politica. Leader, oggi, deve diventare la comunità presso il Teatro Burri alle ore 16:00. Ad animare il dibattito lo scrittore Roberto Saviano, che vive da più di 11 anni sotto scorta ed è stato ieri attaccato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.
È stato lo stesso Saviano su Facebook a parlare dell’evento milanese del 23 giugno, cogliendo l’occasione per ribadire le sue critiche al responsabile del Viminale in materia di rom, migranti, famiglie arcobaleno.
«Vorrei ci foste – ha scritto sulla sua pagina lo scrittore, simbolo della lotta alle mafie –. Vorrei fossimo in tanti a prendere parte alla giornata di mobilitazione organizzata da Insieme senza Muri, perché non possiamo farci immobilizzare dall’odio degli haters, dalle idiozie che definiscono qualsiasi riflessione “radical-chic”. Smontiamo il cinismo di questo linguaggio.
Vi aspetto in piazza, dobbiamo esserci perché l’integrazione non ha a che fare solo con gli stranieri, ma riguarda tutti e riguarda, soprattutto, il Paese che vogliamo essere.
Prima definiscono illegali le famiglie gay, poi tocca all’aborto, poi si chiudono i porti ai migranti, poi si annuncia di voler schedare i Rom (che sono già censiti), poi si mandano avvertimenti agli italiani che la pensano diversamente. Siamo una comunità fatta di minoranze, ciascuno di noi può essere attaccato.
Pensate a cosa siete, da dove venite e troverete nel vostro percorso persone che hanno sofferto per essere state discriminate. Meridionali, ebrei, gay, migranti: vogliamo continuare ad ascoltare chi usa le differenze per armarci gli uni contro gli altri o vogliamo dimostrare di aver chiara una cosa, e cioè che siamo tutti esseri umani?
La politica di ieri ha fallito, e sta fallendo – per eccesso di violenza e mancanza di visione e capacità – anche quella di oggi. Troviamo insieme una nuova via, ma iniziando a guardarci negli occhi. Proviamo a costruire uno spazio culturale e umano che sia argine alla prepotenza di questi giorni».