Per il quarto anno consecutivo l’assemblea consiliare di Palazzo Vecchio ha respinto, il 4 giugno, la richiesta di patrocinio comunale sottoscritta da Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, Firenze Riparte da Sinistra, Movimento Cinque Stelle, La Firenze Viva. A votare ancora una volta contro il Pd col sostegno di Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Per saperne di più, abbiamo raggiunto telefonicamente Tommaso Grassi, capogruppo consiliare di Firenze Riparte a Sinistra, formato da Sinistra italiana, Firenze a sinistra, Rifondazione Comunista.
Consigliere Grassi, come valuta l’esito della votazione del 4 giugno?
È Una scelta priva di qualunque senso politico. Il Pd, mentre al Governo un Ministro si permette di parlare di normalità contro la ‘diversità’ di chi vorrebbe sposarsi e creare una famiglia crescendo dei figli, non trova altro da fare che opporsi per il quarto anno consecutivo a chi, come noi, ha proposto che al prossimo Toscana Pride fosse concesso il patrocinio del Comune di Firenze.
Che cosa è successo a Palazzo Vecchio?
L’altroieri in Consiglio comunale è andata in scena la peggiore politica che potessimo aspettarci dalla maggioranza. Un Pd, con qualche pregevole distinguo ma inutile ai fini dell’esito, che, da una parte, vota contro il nostro atto rivendicando di aver fatto già tanto in Parlamento per i diritti – ma certo non troppo diciamo noi – per le unioni civili, dall’altra attacca il M5s che, dopo aver definito come poca cosa la legge Cirinnà, si sarebbe apprestato a votare la fiducia a un Governo dove il Ministro Fontana è il peggior profilo politico che potesse esser scelto per occuparsi dei diritti delle famiglie. Ministro che – e questo è innegabile – ha già dato prova di ottusità e di voler imprimere una regressione in materia di diritti.
Fra l’altro le consigliere del M5s hanno votato a favore della concessione del patrocinio…
Sì, ma hanno votato come se fossero altra cosa e altro movimento rispetto al livello romano. Rivendicando come un vanto il patrocinio concesso da molti Comuni a guida grillina, hanno in realtà fatto questo per attaccare il Pd fiorentino. Ieri, nessuno escluso, avremmo avuto l’opportunità di mandare da Firenze un messaggio chiaro e determinante al Governo: non un passo indietro sui diritti. Un atto per dire che non accettiamo la politica di Fontana, che è lontana anni luce dal sentire della cittadinanza. Un atto per dire che il prossimo Pride sarebbe stato il primo appuntamento per arginare questa pericolosa e bigotta deriva che vorrebbe togliere diritti alle coppie omosessuali e cancellare dal vocabolario della politica le famiglie arcobaleno.
Nel suo intervento ha fatto riferimento, in particolare, a qualche dichiarazione sulla questione Fontana, tra le tante che sono state rilasciate
Sì, ho citato l’onorevole Brambilla che, pur essendo anni luce lontana dal mio pensiero politico, ha avuto parole sagge e intelligenti per dire che il ministro e questo Governo sta sbagliando di grosso. «Il ministro Fontana si deve occupare delle famiglie arcobaleno, è il ministro della Famiglia. Che cosa sia una famiglia non ce lo dicono le parole. La famiglia è lì dove c’è amore e si crescono i figli e che ci sono diritti garantiti dalla legge che vanno salvaguardati, senza riserve». Sono le parole della deputata forzista ma le faccio mie, perché i diritti sono un fatto di civiltà e di crescita della società: non devono essere certo un campo di scontro politico che risenta delle divisioni partitiche.
E Nardella?
Sarebbe proprio il caso di sapere se la scelta di bocciare l’atto da parte della maggioranza targata Pd sia arrivata direttamente dal sindaco Nardella, che ha nella sua Giunta chi queste battaglie le ha condotte in prima fila e per anni durante il Governo Berlusconi. Parlo dell’assessora Anna Paola Concia, troppo spesso in silenzio quando si parla di questi temi nelle aule dove fa l’assessora.
Capisco che, dopo le ultime uscite pubbliche di Nardella annuncianti un nuovo assessore – quando non lo potrebbe nominare avendo già riempito tutte le caselle –, le poltrone siano precarie per ogni componente della sua Giunta. Ma uno scatto di orgoglio su un tema, su cui ha speso tanto impegno, me lo sarei senza dubbio aspettato. Anche perché non va dimenticato che all’ultima Assemblea nazionale del Pd è stato votato all’unanimità un documento che impegna sindaci e politici del partito ad aderire convintamente ai Pride: che cosa è successo? Un dietrofront o un cortocircuito davvero inspiegabile alla cittadinanza?
Un Pd, quello fiorentino, che ricalca, insomma, posizioni di destra?
La lotta nelle prossime settimane, mesi e anni – se questo governo andrà avanti – sarà ancor più dura del passato. Il rischio reale è quello di andare indietro, di corrodere diritti conquistati e dover rinunciare quanto permetterebbe il matrimonio egualitario e l’accesso alle adozioni da parte di coppie omosessuali come quelle etero. Tra pochi giorni mi sposerò. Non riesco a capire come possa esistere qualcuno che non vuol permettere a chiunque di godere di una così gran gioia e di poter formare una famiglia vera e piena. E di godere, così, d’avere diritti e doveri uguali a tutte e tutti. Avremmo pensato che Firenze fosse senza dubbio al fianco di chi viene definito da un ministro della Repubblica non normale. Che fosse pronta a condannare chi si crede eroe nel difendere la famiglia di un uomo e una donna, per il quale esiste una mamma e un babbo, ritenendo che due mamme o due babbi non siano in grado di dare e ricevere lo stesso amore dai figli.
Purtroppo così facendo il Pd, che certo e per fortuna non ha le posizioni della Lega e del ministro Fontana, non rimarca le distanze e dà maggior spazio a quella parte del partito che, nello scorso mandato, ha chiesto e ottenenuto lo stralcio della stepchild adoption.
Lei e il suo gruppo consiliare cosa farete adesso in tema di diritti?
Non rinunceremo mai a darci per vinti sul terreno dei diritti e saremo sempre presenti alle iniziative delle associazioni, delle organizzazioni e dei singoli che vogliono andare avanti in questo difficile cammino verso il riconoscimento di diritti pieni e completi. Porteremo, quindi, le proposte e i casi dentro le istituzioni.