Ancora una donna transgender napoletana vittima di discriminazione in Egitto. E ancora una volta a Sharm el-Sheikh. Questa volta è toccato a Federica Mauriello, socia di Atn. Ed è stata proprio l’Associazione Transessuale Napoli, fondata da Loredana Rossi e presieduta da Ileana Capurro, a sollevare per prima il caso.
Della vicenda abbiamo parlato con la diretta interessata, che nella conversazione telefonica non è riuscita a trattenere l’amarezza per quanto vissuto.
Federica, cosa è successo al tuo arrivo a Sharm?
Il 16 agosto mi sono imbarcata sul volo diretto da Napoli a Sharm con un gruppo di amici. Sembrava che fosse andato tutto bene. Ma quando hanno notato che sulla mia carta di identità elettronica erano riportati i dati anagrafici al maschile, mi hanno bloccata in aeroporto per una notte.
Che spiegazione ti hanno dato?
Non mi hanno dato alcuna spiegazione valida. Mi hanno fatto capire in modo molto chiaro che le persone trans non sono gradite. Ai poliziotti non è bastato non farmi entrare in Egitto: mi hanno offesa, presa a calci e sputato addosso. Mi hanno tenuta in aeroporto dalle 23:30 fino alle 17:00 del giorno seguente senza farmi né bere né mangiare. Mi hanno anche negato un bicchiere d’acqua. Controllavano ogni minimo movimento, come se fossi una criminale. Non mi hanno permesso neanche di avvisare la mia famiglia in Italia. Per fortuna un ragazzo di Napoli mi ha fatto usare il suo telefono per chiamare mia sorella.
L’agenzia e il tour operator ti avevano avvisato di questa problematica in Egitto?
Assolutamente no. Nessuno mi ha avvisata del rischio che avrei potuto correre. Oltretutto, per tornare in Italia, ho dovuto spendere altri 300 euro per il biglietto del volo. Oltre al danno la beffa. Sono molto amareggiata. Non solo il tour operator non mi è stato vicino, ma la stessa ambasciata italiana in Egitto, da me contattata. mi ha risposto che non sarebbe potuta intervenire perché “ero una donna con i documenti da uomo”.
Cosa pensi di fare adesso?
Ho deciso di consultare un avvocato per cercare di capire cosa fare. Al di là del risarcimento del viaggio, quello che mi preme è che le persone trans sappiano cosa può succedere se prenotano un viaggio per l’Egitto. Quello che mi è accaduto è molto grave e spero che nessuna persona trans si trovi a vivere una esperienza come la mia.
Allucinante scrivere all’ambasciata egiziana in Italia affinché i tour operetor scrivano sui dépliant che in egitto non accettano donne transgender e denunciare per il rimborso di tutte le spese .
Anche fosse necessario andare in tv
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