Ikea accusata di indottrinamento Lgbti dalla Conferenza episcopale polacca (Kep).
In una nota i vescovi hanno infatti difeso un ex dipendente del colosso mobiliare svedese, che aveva criticato l’azienda per le politiche inclusive verso le persone Lgbti. E l’aveva fatto citando il passo di Levitico 20, 13: «Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro».
Ikea, che ha ribadito la giustezza del licenziamento ritenendo l’utilizzo della pericope veterotestamentaria offensiva e discriminatoria, è stata duramente attaccata dalla Kep, che si è invece congratulatata con l’impiegato per «il coraggio con cui ha difeso la sua fede».
È noto come i presuli del Paese natale di Giovanni Paolo II siano profondamente contrari a ogni riconoscimento dei diritti civili delle persone Lgbti e vicini alle istanze del partito Prawo i Sprawiedliwość, presieduto dall’ex primo ministro Jarosław Aleksander Kaczyński.
Nel 2015 Stanisław Gądecki, arcivescovo di Poznań e presidente della Kep, si era scagliato violentemente contro i «sentimenti di falsa compassione» verso le persone Lgbti anche da parte di gruppi cattolici e nel corso del Sinodo sulla Famiglia, indetto da Bergoglio a Roma nell’ottobre di quell’anno, aveva rigettato qualsivoglia ripensamento ecclesiale in materia d’omosessualità.
Né bisogna sottacere, in seno alla Kep, il ruolo ancora decisivo del cardinale arcivescovo emerito di Cracovia Stanisław Dziwisz, già segretario particolare di Giovanni Paolo II, le cui posizioni di rigida chiusura verso le persone Lgbti sono ribadite a ogni pie’ sospinto.
Eppure, come messo in luce da Frédéric Martel nel libro-inchiesta Sodoma, da sempre gravano sul potente porporato voci di omosessualità mentre è documentato il sostegno dato dall’uomo di punta del pontificato woytjliano a ecclesiastici notoriamente gay o coinvolti in scandali sessuali.