Al via ieri sera a Bologna la 16° edizione del Gender Bender Festival che, prodotto dal Cassero Lgbt Center, è quest’anno intitolato Cromocosmi. Più di 100 appuntamenti all’insegna della danza, del teatro, del cinema, di laboratori e dibattiti per esplorare, fino al 3 novembre, i molteplici universi del corpo, delle differenze, del genere e dell’orientamento sessuale.
Nella sezione Danza sono da evidenziare Ignite (25-26 ottobre) di Shailesh Bahoran, versatile coreografo e breakdancer, vincitore nel 2017 del Prize of the Dutch Dance Days Maastricht; Warriors foot del coreografo brasiliano (ma residente nei Paesi Bassi) Guilherme Miotto in prima nazionale il 31 ottobre; AL13FB<3 (31 ottobre – 1° novembre) del performer Fernando Belfiore, anche lui brasiliano ma da anni di casa a Amsterdam; l’immaginifico Filles e Soie (2-3 novembre) dell’attrice, regista teatrale, marionettista francese Séverine Coulon in prima nazionale il 2 novembre; l’opera satirica per cinque danzatori Le roi de la piste (26-27 ottobre) di Thomas Lebrun, fondatore della Compagnia Illico.
Per la sezione Teatro Alessandro Berti interpreterà, il 29 e il 30 ottobre, le sue Bugie bianche. Capitolo primo: Black Dick, concentrandosi sullo sguardo del maschio bianco sul maschio nero (e in particolare sul suo corpo) e chiedendosi quale rapporto ci sia tra l’oppressione storica del bianco sul nero e la percezione di un’oppressione intima, privata, sessuale, che il bianco sente di subire nel confrontarsi con il nero.
La sezione Cinema prevede, fra l’altro, le proiezioni di Somos tr3s (in prima nazionale il 31 ottobre) dell’argentino Marcelo Briem Stamm; Tinta Bruta (31 ottobre) dei registi brasiliani Marcio Reolon e Filipe Matzenbacher; Diane a les épaules (26 ottobre), commedia irriverente di Fabrice Gorgeart, che affronta con intelligenza il tema della gestazione per altri.
La presenza di autori e autrici internazionali caratterizzerà la sezione Incontri a partire da quella di Garrard Conley che, il 27 ottobre, a partire dal memoir autobiografico Boy erased – Vite cancellate (da cui è stato tratto l’omonino film con Nicole Kidman e Russell Crowe), parlerà di cosa significhi subire e sopravvivere alle terapie riparative. Da segnalare poi il dibattito (28 ottobre) con la giornalista transgender Juno Dawson, autrice del divertente e dissacrante Questo libro è gay.
Il 29 ottobre è infine previsto il convegno Queer visual culture che, curato da Fruit Exhibition in collaborazione col Master Europeo in studi di genere e delle donne GEMMA dell’Università di Bologna, vedrà la partecipazione di esperti di pubblicazioni nonché di linguaggio visuale queer e di genere dal calibro di Tori West, Matthew Holroyd, Jacopo Benassi, Erin Reznick e Mike Feswick.
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