Pagina Facebook di ArciLesbica nazionale. Un’immagine inquietante: quella di due labbra femminili cucite con del filo di ferro e sotto la dicitura I am a woman. You are a Trans Woman. And that distinction matters (Io sono una donna. Tu sei una donna transessuale. E questa differenza conta).
In realtà l’immagine si riferisce al link di un articolo apparso su medium.com di una lesbica femminista, presumibilmente inglese, il cui nick è PolelifeandPussy. La redattrice dice di essere angry, cioè arrabbiata, perché – a suo parere – le donne transessuali vorrebbero silenziare le differenze tra sé e le donne biologiche.
L’intero articolo verte sull’urgenza, espressa da PolelifeandPussy, di distinguere donne cisgender da donne transessuali, perché – a suo dire – avere o meno un utero o un seno dalla nascita cambia la prospettiva del linguaggio e il repertorio delle esperienze.
Secondo l’articolista chiedere oggi rispetto per questa differenza, differenza di vissuto e dunque di esigenze che ne conseguono, porta ad essere tacciati di transfobia. A PolelifeandPussy, in effetti, dà anche fastidio che, in virtù della correttezza “imposta” dalla comunità trans, lei potrebbe essere costretta a condividere spazi, anche piuttosto prossimi, con donne transessuali che conservano ancora l’organo genitale maschile.
Insomma, proprio mentre sembra evidente che i diritti si raggiungono in modo più immediato e completo laddove le “minoranze” risultano coese e riescono a fare fronte unico contro una società veteropatriarcale e sessista, misogina e omotransfobica, ArciLesbica Nazionale con l’articolo di PolelifeandPussy sembra marcare un desiderio di separatismo e distanza che, oltre ad essere offensivo e inattuale, risulta anche sterile e perdente rispetto alle grandi battaglie della contemporaneità.
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