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Regionali Emilia-Romagna, Romani: «Il programma di Borgonzoni? Nessuna idea, solo propaganda»

INTERVISTA AL PRESIDENTE EMERITO DI ARCIGAY NAZIONALE, CANDIDATO NELLA LISTA DI ELLY SCHLEIN

Francesco Lepore by Francesco Lepore
21 Gennaio 2020
in Politica

Nativo di Badia Polesine (Ro) ma ferrarese d’adozione (vive da tempo nella città degli Estensi), il 52enne Flavio Romani è un volto noto del movimento Lgbti italiano. Presidente d’Arcigay nazionale per due mandati dal 2012 al 2018, è candidato come consigliere regionale in Emilia-Romagna, dove si voterà domenica 26 gennaio.

La lista per cui corre è quella di Emilia-Romagna Coraggiosa, che, in alleanza col Pd e in sostegno di Stefano Bonaccini, è stata lanciata da Elly Schlein, Igor Tarauffi, Silvia Prodi e Vasco Errani.

Per saperne di più l’abbiamo raggiunto telefonicamente agli sgoccioli della campagna elettorale.

Flavio, che cosa l’ha spinta a candidarsi alle prossime regionali? E perché ha scelto Emilia-Romagna Coraggiosa?

Fin dalla sua nascita ero nel gruppo di lavoro di “Emilia-Romagna Coraggiosa” per la circoscrizione di Ferrara. Il mio impegno per questa lista è dovuto alla grandissima stima che ho per Elly Schlein, capolista e anima di tutta l’operazione, che a mio parere è una delle persone più lucide e preparate che abbiamo in politica in questo momento, oltre a essere stata, a mio avviso, la migliore deputata europea della passata legislatura. Questa lista ha inoltre un programma che coniuga l’essere chiaramente di sinistra e avere una visione generale con una serie di idee concrete future per la regione Emilia-Romagna. Esse possono riassumersi in tre concetti portanti: necessità di una forte innovazione tecnologica, transizione in senso ambientalista e sostenibile dell’apparato produttivo e della mobilità pubblica e privata. Il tutto avendo come faro guida le persone e i loro diritti civili e sociali da rafforzare, ampliare e portare avanti di pari passo. Emilia-Romagna Coraggiosa ha in mente un rinnovamento tecnologico forte e coraggioso da attuare con l’esigenza di creare lavoro buono e sicuro, in modo da superare la precarizzazione e la frammentazione che da almeno due decenni continua a produrre fragilità, insicurezza e instabilità economica in una larga parte di popolazione di tutto il paese, compresa la nostra regione. Le persone vittime di questo indebolimento in campo lavorativo sono le prime che devono essere seguite e ascoltate nelle loro richieste e nei loro bisogni.

Come valuta questi cinque anni di mandato di Stefano Bonaccini?

In questi cinque anni la regione ha fatto molti passi avanti dal punto di vista economico e sociale. Siamo ormai da diversi anni la regione locomotiva dell’intera Italia per ciò che riguarda la produzione in campo industriale, artigianale e turistico, con delle eccellenze riconosciute a livello mondiale, ad esempio, nel comparto alimentare. E abbiamo in assoluto il sistema sanitario migliore del Paese. Stefano Bonaccini è stato un buon presidente e un ottimo amministratore di questa regione: ha saputo fare squadra e mettere in connessione tutte le realtà regionali per superare la terribile fase del post-terremoto e far sì che questa sia probabilmente la regione migliore dove vivere. Non tutto è perfetto ovviamente: sono stati commessi anche errori che si potevano e dovevano evitare. Ma nel complesso Bonaccini è in questo momento la persona più adatta a guidare la regione. Emilia-Romagna Coraggiosa ha il compito di spostare il più possibile verso sinistra la barra dei prossimi cinque anni di governo della regione: più avremo forza e più questo sarà possibile.

E la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni?

È una campagna guidata dalla figura nazionale di Matteo Salvini, che ha fin da subito messo in ombra la candidata presidente e fatto prevalere questioni nazionali sulle questioni locali. Non è un mistero che la Lega e Salvini vogliano usare le prossime elezioni regionali per dare una spallata al governo nazionale. Questo denota innanzitutto una mancanza di rispetto verso le cittadine e i cittadini emiliano-romagnoli. Le elezioni del 26 gennaio sono state indette per dare a questa regione una nuova classe dirigente, non per giochetti partitici che nulla hanno a che fare con il benessere di questo territorio. Il programma di Lucia Borgonzoni è non avere un programma ma slogan bugiardi e inconsistenti. Uno di questi è Liberiamo l’Emilia-Romagna, come se questa regione non fosse fatta di persone già libere e come se la libertà non fosse un tratto distintivo da sempre di questi territori. A iniziare dalla lotta partigiana che ha visto in questa regione molti atti di eroismo e avuto purtroppo molte vittime che si sono sacrificate per la nostra attuale libertà. Un altro degli slogan è Parlateci di Bibbiano, che da mesi calpesta la dignità degli abitanti di questo paese salito alle cronache per le indagini che la magistratura sta eseguendo su alcuni casi di presunti affidi illeciti di minori. La propaganda becera della destra calpesta senza ritegno questi bambini e bambine, usandoli in una vergognosa campagna che colpisce la pancia ma che è cosparsa di calunnie e di menzogne usate in abbondanza e senza vergogna nella speranza di trarne un vantaggio politico. Il programma di Borgonzoni è tutto qui: propaganda fasulla e nessuna idea.

Che cosa la preoccupa di più in caso di eventuale vittoria del centrodestra?

Mi preoccupa più di tutto la conclamata incapacità di amministrare e governare di questi personaggi, bravissimi solo a  distruggere in pochissimo tempo tutto quello che è stato costruito con intelligenza e sacrificio nel corso di decenni. E un esempio di quanto pessima sia la classe dirigente della Lega lo abbiamo a Ferrara, città dove vivo e che è stata conquistata alle ultime comunali dalla destra. In pochi mesi abbiamo assistito a episodi pressoché quotidiani di malgoverno, che hanno portato a un degrado civile e sociale inimmaginabile. Mi preoccupa il loro voler spazzare via tutto il buono che è stato costruito finora. E mi preoccupa il fatto che, come più volte dichiarato, vorrebbero cancellare, in caso di vittoria, la legge contro l’omotransfobia recentemente approvata. Il voler cassare una legge che si propone di prevenire e combattere la discriminazione e le violenze nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans di questa regione dà la misura di quanto sia importante sconfiggere la coppia Salvini/Borgonzoni alle prossime elezioni e far sì che l’Emilia-Romagna continui a essere il posto accogliente e civile che abbiamo sempre conosciuto.

Tags: arcigayelezioni regionalielly schleinemilia romagnaemilia romagna coraggiosaflavio romanilgbtpersone lgbtistefano bonaccini
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Il 29 maggio 1998, un venerdì, prende il via la grande avventura del primo quotidiano on-line Lgbti in Italia. NOI (ora Gaynews.it) Notizie Omosessuali Italiane, diretta da Franco Grillini, eredita la testata di “CON/TATTO” registrata al Tribunale di Bologna fin dal 1989 e “organo” dell’ARCIGAY, che esce con 14 numeri prima di cedere il passo alla nuova impresa telematica.

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