Nel 2018 si è osservata per la prima volta una marcata diminuzione (di circa il 20% rispetto all’anno precedente) delle nuove diagnosi di in Italia. La riduzione interessa tutte le modalità di trasmissione, sia gli eterosessuali che gli MSM ed è probabilmente da attribuire in buona parte all’efficacia delle terapie antiretrovirali e alle nuove linee guida terapeutiche che prevedono un inizio precoce del trattamento dopo la diagnosi. Se tale riduzione si manterrà negli anni prossimi è tuttavia ancora da verificare.
Purtroppo aumenta la quota di persone (57% nel 2018) che scoprono di essere sieropositive molti anni dopo essersi infettate e vengono pertanto diagnosticate quando il loro sistema immunitario è già compromesso; questo è evidentemente l’effetto di una scarsa consapevolezza sulla diffusione ancora ampia di Hiv nel nostro Paese e del rischio che si corre di contrarre l’Hiv se non si seguono le regole del safe sex (sesso sicuro).
La riduzione delle nuove diagnosi appare più evidente al centro-nord che non al sud.
Viceversa, tra gli stranieri si osserva una relativa stabilizzazione delle nuove diagnosi evidenziando una possibile vulnerabilità di questa popolazione nell’accesso ai servizi di assistenza per Hiv.
I giovani tra i 25 e i 29 anni costituiscono il gruppo maggiormente colpito in termini di incidenza, sottolineando l’urgenza di strategie di prevenzione mirate agli adolescenti ed ai giovanissimi. Dai dati emerge altresì che l’offerta del test Hiv in contesti informali (test in piazza, auto test, test in strada, easy test, test in sedi extrasanitarie) costituisce uno strumento prezioso per raggiungere i giovani e identificare nuove diagnosi.
Se precocemente diagnosticata e trattata, l’infezione da Hiv presenta sempre di più i connotati di una patologia cronica. Altrimenti, in assenza di diagnosi, l’Hiv può restare asintomatico e silente per molti anni prima della comparsa dei primi sintomi. È pertanto cruciale informare in modo continuativo il cittadino (in particolare i giovani) sulla diffusione di questa infezione al fine di non sottovalutarne la rilevanza.
Non dimentichiamo che negli ultimi 10 anni stiamo osservando un aumento costante delle infezioni sessualmente trasmesse (Ist) e che la percentuale di positività all’HIV in queste persone è circa quarantacinque volte più elevata di quella stimata nella popolazione generale.
L’effettuazione del test Hiv, da eseguire ogni qualvolta ci si sia esposti a rapporti sessuali non protetti con persone di cui non si conosce bene lo stato di salute, e l’uso delle norme del sesso sicuro, che consentono di proteggersi non solo dall’Hiv ma anche da numerose altre Ist, costituiscono due strumenti cardine per la prevenzione ed il controllo di questa infezione tuttora dilagante.
I dati Hiv-Aids sono disponibili sul Notiziario dell’Iss alla pari dei dati Ist. Informazioni dettagliate vengono fornite dagli esperti del Telefono Verde Aids e Ist (800 861 061), dell’Istituto Superiore di Sanità o consultando il sito Uniti contro l’Aids.
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