Icone indiscusse della cultura Lgbti per brani come It’s a sin, New York City Boy e Being Boring, il duo britannico dei Pet Shop Boys (il cui cantante Neil Tennant, dichiaratamente gay, è patrono della Elton John Aids Foundation) hanno ieri pubblicato un post su Facebook, divenuto in breve tempo virale.
A corredo di una foto del Pride di Białystok la band ha scritto a mo’ di didascalia: «Amore e rispetto per le persone coraggiose che stanno combattendo per i loro diritti a Mosca, Hong Kong e Białystok».
Riferimento alle tre manifestazioni popolari che, tenutesi nel weekend, hanno visto, nel caso di Mosca e a Hong Kong, violente repressioni da parte della polizia.
Nella capitale russa, agli scontri violenti con le forze dell’ordine, sono seguiti, il 27 luglio, 1370 arresti delle circa 3.500 persone, che stavano protestando, davanti alla sede del Municipio, contro l’esclusione di diversi esponenti dell’opposizione alle elezioni locali dell’8 settembre.
La Ue ha ieri condannato con fermezza quanto successo a Mosca. «Questi arresti e l’uso sproporzionato della forza contro manifestanti pacifici – ha dichiarato Maja Kocijancic, portavoce dell’Alta Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – minano gravemente ancora una volta le libertà fondamentali di espressione, associazione e riunione».
A Hong Kong, invece, 8° weekend consecutivo contro la controversa proposta di legge sull’estradizione, poi ritirata, e il rischio di un arretramento della democrazia nel territorio autonomo del Sudest asiatico a favore di un progressivo assoggettamento a Pechino.
Sabato, la repressione da parte della polizia si è conclusa con 13 arresti e 24 feriti, di cui due gravi. Ieri le forze dell’ordine sono tornate a caricare la folla con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ferendo 45 persone e procedendo a decine di arresti.
A Białystok, invece, si è ieri tenuto il raduno nazionale che, all’indomani di consimili manifestazioni a Varsavia e in altre 20 città della Polonia, è stato organizzato dai tre partiti della sinistra extraparlamentare (Wiosna, Razem e Sojusz Lewicy Demokratycznej) per protestare contro i gravi episodi di violenza verificatisi, il 20 luglio, durante il Pride locale.
Nella settimana scorsa il ministero dell’Interno aveva dichiarato di aver identificato 104 persone ritenute responsabili, di cui 77 sottoposte a fermo.
L’escalation di aggressioni omotransfobiche in Polonia, durante gli ultimi otto giorni, è stata fortemente condannata dall’europarlamentare Robert Biedrón, attivista per i diritti Lgbti e presidente della neo-formazione politica Wiosna, che ha denunciato sui social un ennesimo caso di brutale pestaggio, verificatosi il 25 luglio a Breslavia ai danni di un giovane omosessuale.