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Voleva guarire i giovani gay e li masturbava: sanzioni canoniche per mons. Anatrella, idolo di Manif pour tous e teorico dell’antigenderismo

Francesco Lepore by Francesco Lepore
17 Luglio 2018
in Mondo

Non potrà più svolgere alcun incarico pastorale, né confessare e dirigere spiritualmente i fedeli, né tenere interventi pubblici nell’arcidiocesi parigina senza esplicito permesso. Inoltre, come già disposto dal card. André Vingt-Trois (arcivescovo di Parigi dall’11 febbraio 2005 al 7 dicembre 2017), continuerà a essergli inibita l’attività di psicoterapeuta.

Queste le sanzioni irrogate dall’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit allo psicologo della Chiesa, soprannome con cui è conosciuto in Francia mons. Tony Anatrella.

Classe 1941, il sacerdote è accusato d’aver abusato sessualmente di giovani uomini nel corso di sedute volte alla guarigione degli stessi dall’omosessualità secondo il metodo delle terapie riparative di Joseph Nicolosi. Ma il tutto si sarebbe tradotto in palpeggiamenti e induzione alla masturbazione reciproca.

Denis Lemarca: Manipola il mio sesso. Mi masturba

Entrato a 23 anni nel Seminario della Missione di Francia (1987), Denis Lemarca – uno dei primi accusatori – racconta così il suo primo incontro con lo psicologo della Chiesa: «Io sono disteso sul lettino, nudo. Sono sorpreso dalla leggerezza del massaggio. È più che altro una carezza su tutta la parte anteriore del corpo che gira delicatamente intorno alla zona genitale. Poi Tony Anatrella mi chiede di tenere la sua mano e di guidarla. Io guido allora la sua mano, prima sulle zone che lui ha toccato e fin dove la lunghezza del mio braccio lo permette. La sua mano non si ritrae quando l’avvicino al mio sesso. Mi invita allora a guidare la sua mano sulle zone dove vi sono ancora delle “tensioni”.

Ho un’erezione. Quando guido la sua mano sul mio sesso, egli solleva le dita per sfiorarlo. Poi vengo invitato a lasciar andare la sua mano da sola. Egli allora manipola il mio sesso. Mi masturba. Poi mi chiede se voglio godere. Io dico: No. Così si chiude la prima seduta di “corporeo”. Mi trovo in una specie di siderazione. Non ho memoria di ciò che ho potuto dire all’uscita di questa seduta. Alla seconda seduta di “corporeo” ho goduto. È la prima volta che godo in presenza di un altro essere umano».

Alle accuse di Lemarca ne seguirono altre, anonime, nel 2006, cui si preferì non dare seguito.

Un processo canonico ritardato per anni

Ma non venendo meno tali voci, il card. André Vingt-Trois si vide costretto, nel maggio 2016, a intervenire suo malgrado con l’incoraggiare «queste persone ad uscire fuori dall’anonimato, a mettersi in contatto personalmente con la diocesi di Parigi e presentare denuncia alla giustizia». Cosa che fu fatta da più soggetti al punto tale che lo stesso porporato non potette esimersi dal ritenere oramai improrogabile l’apertura d’un processo canonico a carico di Anatrella.

Avendo però il sacerdote collaborato in passato col tribunale ecclesiastico provinciale di Parigi, il cardinale Vingt-Trois chiese alla Segnatura Apostolica di affidare la procedura a un altro tribunale. Alla fine di gennaio 2017 da Roma si optò per quello interdiocesano di Tolosa, al quale furono trasmessi i documenti.

Un’inchiesta, questa, durata fino al 19 marzo 2018, quando le conclusioni sono state rimesse all’arcivescovo Aupetit, che ha notificato, il 4 luglio, ad Agence France-Presse le accennate sanzioni irrogate allo psicologo della Chiesa.

La dura presa di posizione da parte del presule ha suscitato un clamore enorme, la cui eco è andata ben al di là dei confini francesi.

Anatrella: l’idolo delle gerarchie vaticane con l’ossessione per l’ideologia gender

Già consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia (soppresso il 15 agosto 2016 da papa Francesco, che ne ha trasferito competenze e attività al neodicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita) e del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli operatori sanitari (soppresso il 17 agosto 2016 da Bergoglio con l’istituzione del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale) nonché professore presso il Collège des Bernardins, Anatrella è infatti noto per le sue posizioni di aperta condanna dell’omosessualità, ritenuta «immaturità narcisistica» da curare.

Aperto sostenitore de Le Manif pour tous, Anatrella si è impegnato, a partire dagli anni ’90, nell’avversare sui media i diritti delle persone Lgbti e nell’allertare la pubblica opinione sulle rivendicazioni delle stesse a favore del matrimonio egualitario e del riconoscimento genitoriale. Il 14 giugno 2004 arriva il primo riconoscimento d’Oltretevere con la nomina a Cappellano di Sua Santità.

È stato uno degli ispiratori dell’istruzione della Congregazione per l’educazione cattolica che, approvata da Benedetto XVI il 31 agosto 2005, interdice l’accesso agli Ordini alle persone omosessuali. Il suo pensiero al riguardo è stato ampiamente esplicitato in un articolo del 25 novembre 2005 su L’Osservatore Romano, di cui, a partire dall’ultimo periodo del pontificato wojtyliano, è divenuto uno dei collaboratori di punta come, fra l’altro, per L’Avvenire.

Il congiunto interesse per l’ideologia gender, quale filiazione diretta dei gender studies e «pericolo per l’Occidente paragonabile ai totalitarismi del Novecento», lo hanno accreditato agli occhi delle gerarchie vaticane come il massimo esperto di quella che a Oltretevere amano chiamare “politicizzazione e ideologizzazione dell’omosessualità”. 

Tesi, queste, che Anatrella ha esplicitato nei volumi Gender, la controverse (Téqui, Parigi 2011) e in Mariage en tous genre. Chronique d’une régression culturelle annoncée (L’échelle de Jacob, Digione 2014), la cui sintesi italiana è stata edita nel 2015 dalla San Paolo col titolo La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità. Una sfida culturale. 

Non a caso è uno dei «collaboratori del Segretario speciale» in preparazione e nel corso del Sinodo dei vescovi sulla Famiglia che, convocato e presieduto da papa Francesco nei giorni 9-15 ottobre 2014, vede un acceso dibattito su tali tematiche.

Non meraviglia, dunque, se ancora due anni fa il card. Pietro Parolin, segretario di Stato, a conclusione del convegno Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà presso la Pontificia Università Gregoriana, non si esimeva dal ringraziare «monsignor Tony Anatrella, psicanalista, specialista in psichiatria sociale, consultore e collaboratore di vari dicasteri della Curia romana, anche lui ideatore e organizzatore dell’iniziativa».

Omertà organizzata 

Ma tuttò ciò sarebbe forse indicativo di ben altro. Secondo il domenicano Philippe Lefebvre, professore alla Facoltà di teologia di Friburgo, Tony Anatrella, infatti, «è stato coperto da un potente silenzio, da un’omertà organizzata».

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