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Gandolfini, Brandi, Coghe incontrano i ministri Fontana, Bussetti e il sottosegretario Molteni. E a distanza di giorni è polemica sui social

Francesco Lepore by Francesco Lepore
3 Luglio 2018
in Attualità

Il 27 giugno il portavoce del Comitato Difendiamo i nostri figli Massimo Gandolfini ha incontrato il ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, il suo omologo all’Istruzione Marco Bussetti e il sottosegretario all’Interno Enrico Molteni. Il motivo, come evidenziato il 28 giugno da Filippo Savarese, è da ricercarsi nella presentazione delle «istanze del popolo del Family Day ai tre principali rappresentanti di Governo che se ne dovranno occupare».

Fortemente vicino al medico bresciano e al suo braccio destro Simone Pillon – la cui candidatura ed elezione a senatore promanano direttamente dal sostegno dell’area gandolfiniana del Family Day alla Lega durante le ultime elezioni politiche – il coordinatore delle campagne della Fondazione CitizenGo (a partire dal Bus No Gender) ha quindi dichiarato: «Con tutti e tre il confronto è stato aperto ed estremamente fruttuoso, sui principi e sulla volontà di collaborazione. Il lavoro di contaminazione della politica iniziato dopo il grande Family Day del 30 gennaio al Circo Massimo continua e sta conoscendo oggi la sua forma più alta e diretta».

In realtà il triplice incontro ha visto partecipe non solo Gandolfini ma anche ProVita nella persona del presidente Toni Brandi e Generazione Famiglia nelle persone di Jacopo Coghe, Giusy D’Amico, Maria Rachele Ruiu.

Come chiarito sulla pagina della branca italiana de Le Manif pour tous, «sono stati vari i temi trattati nell’incontro, è emersa infine la proposta di rilanciare un patto educativo tra scuola e famiglie che escluda ogni forma di colonizzazione ideologica».

Espressione, quest’ultima, che, cara a Papa Francesco e presente anche in documenti come l’Amoris Laetitia, fa riferimento all’ideologia gender. Si deve fra l’altro proprio a Generazione Famiglia il successivo tweet del ministro Fontana sulla partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora al Pompei Pride.  

Ma un dettagliato resoconto degli incontri è stato offerto il 28 giugno da ProVita sul suo notiziario in una con le valutazioni di Toni Brandi: «Il Comitato Difendiamo i nostri figli, organizzatore dei Family Day di piazza San Giovanni e del Circo Massimo, di cui fa parte anche Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus, è stato al ministero della Pubblica istruzione. Gandolfini ha parlato di “incontri fruttuosi con esponenti del governo per tutelare la famiglia“.

Lo scopo degli incontri è stato quello di ottenere una “più efficace collaborazione sul fronte della promozione della natalità e della cultura della vita, della libertà educativa e del diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma“, ha detto Gandolfini.

Il Comitato ha incontrato Marco Bussetti, ministro della Pubblica istruzione, Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, e il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: “È emersa una comunione di vedute sulla necessità di tutelare il diritto dei bambini all’identità e ad avere entrambe le figure genitoriali, di perseguire pratiche di mercimonio di gameti e dei corpi e di rilanciare un patto educativo tra scuola e famiglie che escluda ogni forma di colonizzazione ideologica”, ha concluso Gandolfini».

Circolata negli ambiti di tali organizzazioni, la notizia è oggi rimbalzata nuovamente sui social grazie alla parziale narrazione offerta dalla pagina Facebook L’unione falla forsee all’appello congiunto di Marilena Grassadonia e Alessia Crocini su quella di Famiglie Arcobaleno.

Toccata direttamente dalle parole del ministro Lorenzo Fontana sull’inesistenza delle loro realtà familiari (parole ribadite anche sul palco di Pontida il 1° luglio), l’associazione si ritrova a essere bersaglio dei correlati attacchi concentrici di Generazione Famiglia e CitizenGo per gli esposti presentati alle procure delle Repubbliche presso i Tribunali di Milano, Torino, Firenze, Bologna, Pesaro «circa le iscrizioni anagrafiche di figli nati da “due madri” e “due padri” compiute e politicamente rivendicate dai relativi Sindaci».

Operazione per la quale, da giorni, le due associazioni stanno chiedendo attraverso mail dai toni pressanti donazioni di 25, 50 o 100 euro perché «le consulenze legali a cui ci affidiamo per resistere a tutti i tentativi di distruggere la famiglia in Italia hanno un costo non indifferente».

sava

 

Non si può infine non ricordare come Generazione Famiglia e CitizenGo si siano fatti promotori anche di una raccolta firme perché il ministro Matteo Salvini dia incarico ai prefetti di annullare le registrazioni anagrafiche dei “bambini” arcobaleno fatte da vari sindaci.

Iniziativa che, presentata in conferenza stampa a Palazzo Madama il 20 giugno, è stata vanificata nel pomeriggio dello stesso giorno dalla risposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro (M5s) all’interrogazione della deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

Cosa, questa, che non è passata inosservata al Popolo della Famiglia, critico nei riguardi del governo gialloverde e oggetto di passati attacchi da parte del senatore Simone Pillon.

Sulla pagina Fb di Mario Adinolfi è intercorsa, negli scorsi giorni, un’interessante diatriba tra il direttore de La Croce e Filippo Savarese che, come Costanza Miriano chiamata in causa nel relativo post, appare apertamente schierato a difesa dell’area gandolfiniano-leghista.

Guarda la GALLERY

Tags: bus no gendercitizengoenrico moltenifamiglie arcobalenofamily daygenerazione famigliaideologia genderjacopo coghelegalorenzo fontanamario adinolfimassimo gandolfiniprovitatoni brandivincenzo spadafora
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