Si terrà il 15 dicembre a Roma presso la Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo (Viale Opita Oppio, 45) la terza edizione del Premio Cild per le libertà civili.
Premio che, istituito dalla Coalizione italiana libertà e diritti civili, è volto a «riconoscere e promuovere l’impegno di chi, nel corso dell’anno, si è distinto nel proprio lavoro per promozione e protezione delle libertà civili, contribuendo a diffondere la cultura dei diritti umani nel nostro Paese. Un contributo che, in alcuni casi, non riceve la giusta attenzione a livello di opinione pubblica, ma che invece crediamo valga la pena far conoscere e raccontare».
Gli Eroi dei diritti umani del 2017 sono stati scelti dai giurati Marco Ruotolo, Daniela De Robert, Giovanni Carotenuto secondo sette categorie.
Per la categoria Dipendente pubblico il premio va al maestro elementare Franco Lorenzoni, fondatore dell’Associazione Cenci Casa-Laboratorio e promotore di una nota campagna per l’approvazione del ddl sullo ius soli.
Per quella Avvocato il premio va a Fabio Anselmo, che ha seguito o segue casi processuali come quelli di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini, Davide Bifolco, Denis Bergamin.
Per quella Giornalista il premio è stato assegnato in memoriam ad Alessandro Leogrande. Per quella Sportivo due i premiati: Damiano Tommasi che, in qualità di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, si è più volte distinto per il suo impegno sul fronte dell’integrazione e il duo Flamini-Minisini.
Per quella Media il premio è stato assegnato all’account collettivo Giulio Siamo Noi, che continua a tenere alta la pressione sulle istituzioni italiane affinché non si fermi l’attività investigativa e politica per individuare gli assassini di Regeni.
Premio alla Carriera, invece, a Manlio Milani, superstite della strage di Piazza della Loggia (28 maggio 1974), che costò la vita alla moglie. Da allora ha dedicato le sue energie alla richiesta di verità e giustizia per quanto accaduto, divenendo presidente dell’Associazione familiari dei caduti di Piazza Loggia e partecipando alla fondazione dell’Unione familiari vittime stragi. Nel 2000 ha fondato inoltre con Comune e Provincia di Brescia la Casa della Memoria, centro di documentazione sulla strage bresciana e la violenza terroristica, neofascista in particolare.
Eroe dei diritti umani nella categoria Giovane Attivista è invece il 31enne Wajahat Abbas Kazmi. Attivista per Amnesty International, regista indipendente e giornalista de Il Grande Colibrì, Wajahat è nato in Pakistan ma vive da molti anni in Italia.
Ha lanciato il 18 gennaio 2016 la campagna di sensibilizzazione “Allah loves equality. Can you be gay and Muslim?”. Una campagna finalizzata a illustrare la situazione delle persone Lgbti nella Repubblica Islamica del Pakistan attraverso la realizzazione di un omonimo documentario. Una campagna finalizzata a infrangere il tabù sull’omofobia nel mondo islamico ma anche a far cadere i tanti pregiudizi islamofobi radicati nei Paesi occidentali.
Raggiunto telefonicamente, Wajahat ha dichiarato: «Ho appreso la notizia il 4 dicembre appena rientrato in Italia dal Pakistan, dove è terminata la realizzazione del documentario. Sono emozionatissimo e contentissimo. Credo però che tanti altri attivisti avrebbero meritato più di me questo premio. Voglio dedicarlo a tutte le persone Lgbti che vivono in Pakistan e nei Paesi islamici, perché Allah loves equality».