Marvin è il film vincitore del Queer Lion Award 2017. Il premio è stato consegnato ieri alle 18:00 presso la Villa degli Autori del Lido di Venezia.
Come motivato dal programmatore del London Lesbian and Gay Film Festival Brian Robinson in veste di presidente di giuria, si tratta di «un adattamento sensibile ed ispirato del romanzo autobiografico di Édouard Louis Il caso Eddy Bellegueule che racconta la crescita ed il difficile coming out di un giovane gay in un villaggio rurale dei Vosgi. La pellicola diretta da Anne Fontaine tratteggia il percorso di questo ragazzo, da adolescente bullizzato a scuola e vessato a casa ad artista sicuro di sé ed in grado di trasformare la propria storia in una esperienza artistica catartica ed ispirata. Sia il giovanissimo Jules Porier che Finnegan Oldfield forniscono un’interpretazione eccellente di Marvin in momenti differenti della sua vita, in un film che è tanto toccante quanto avvincente».
Robinson e i giurati Adriano Virone, Rich Cline, Daniel N. Casagrande, Marco Busato (gli ultimi due rispettivamente fondatore del Queer Lion e vicepresidente dell’Apa Queer Lion) hanno condotto la scelta sulla base d’un triplice criterio (contributo artistico, impatto sociale e impegno civile) tra le pellicole queer presenti trasversalmente nelle sezioni della Mostra internazionale d’arte cinematografica.
Gli altri titoli in competizione erano Una famiglia di Sebastiano Riso (Italia, 105’), The Prince and the Dybbuk di Elwira Niewiera e Piotr Rosołowski (Polonia-Germania, 82’), Martyr di Mazen Khaled (Libano, 80’), Il contagio di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini (Italia, 110’), Les garçons sauvages di Bertrand Mandico (Francia, 110’), Team Hurricane di Annika Berg (Danimarca, 94).
Rispetto a quanto antecedentemente annunciato non hanno invece più concorso per il Queer Lion né Three Billboards Outside Ebbing, Missouri del maestro dello humour nero Martin McDonagh (Uk, 110′) né Ammore e malavita di Manetti Bros.